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Entropia (drammatico)

created Nov 25th 2022, 09:43 by illonfo83


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Niente sarà più come prima, mi dico. Anche se nel momento in cui accetto che sarà così, appuro anche che sto mentendo a me stesso. Probabilmente, col tempo, tutto tornerà come prima. E’ questo che mi fa paura. Dove andrà tutto? Dove i ricordi, le esperienze, le emozioni che fino ad oggi abbiamo accuratamente coltivato e minuziosamente conservato negli anni? Non possono scomparire del tutto, ne sono sicuro. Credo che anche se Samsung, o Sony, inventasse un modernissimo trita-ricordi, che funzioni grazie a qualche principio fisico complicatissimo ancora da scoprire, qualche piccolo brandello di essi mi rimarrebbe attaccato addoso. O se non a me, addosso alla mia anima per lo meno. Sempre che eista un’anima. Di nuovo mi mento, e sono cosciente di farlo. Mi passo una mano gelida tra i capelli ed espiro. Sapete quando nei libri o nei film i protagonisti hanno una vocina nella testa che suggerisce delle grandi verità, oppure consiglia idee maligne? Ecco io non sento alcuna vocina, ma se ci fosse (se vi aiuta a contestualizzare la mia situazione sentitevi liberi di immaginarvi tale voce, e dargli il timbro che preferite (dategli almeno un tono di voce grave però, per piacere, o rischiamo di ridicolizzare il tutto)) mi sputerebbe in faccia una tremenda verità.  
“Di tutto quel che è stato, col tempo, non resterà nulla. Magari per alcuni anni ti illuderai di ricordare il suo volto. Ti crogiolerai nella convinzione di conservare dei momenti preziosi dentro di te. Ti dirai che sicuramente almeno dei frammenti migliori resterà il ricordo. Ma il tempo magia tutto. Nulla vi resiste. Siamo umani, siamo fatti di carne, ossa, acqua, un insieme di molecole organiche che per loro intrinseca natura sono instabili col passare del tempo. Persino ora, mentre leggi questo testo, una piccola parte dei tuoi ricordi è evaporata, e nessuno te la darà indietro. Siamo come dei setacci, i ricordi un liquido viscoso. Per quanto lentamente, gocciolano via nel nulla. Si infiltrano nelle maglie del setaccio e, una volta superate, si dissolvono. Non ti daranno nemmeno la soddisfazione di “mischiarsi col caos del mondo, con gli impegni della vita quotidiana”, di cadere al suolo e darti qualcosa su cui piangere. Un giorno ti alzi, ti vesti, esci di casa, e nemmeno ti ricordi che avevi un partner, un migliore amico, dei figli. Sei un corpo di carne che, nudo come un verme, fluttua nello spazio interstellare e, inesorabilmente, trasuda ricordi, trasuda calore, nel freddo cosmico. E non c’è nulla che li assorba, non c’è vita dalla morte, non c’è una reincarnazione o un travaso di energie. No. E’ solo il tuo imperfetto corpo umano che si consuma lentamente, ad una velocità prossima a quella della luce. E’ solo il quadro di Dio, se ti è più facile da capire, che crea degli esseri fatti per soffrire, e li consuma nell’ignoranza, senza dargli la soddisfazione di farlo.
 
E’ solo entropia.
 

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