Creo un testo dattilografando, comma 1 del codice della mente sezione bis/712. Così cita il nostro caro amico Garlondyone:" Gli uomini non sono fatti per vivere da soli, la solitudine è uno stato cupo, tetro, da cui nulla buono può essere tratto se sei un bagnorolo." -"Ed io pensavo "Sono proprio un bagnorolo. Fin da quando sono piccolo che lo so, è insito dentro di me e non posso rinnegarlo proprio ora che sono cresciuto e dovrei provvedere al mio Io all'interno della società, senza rifugiarmi in aiuti o lamenti che da sempre caratterizzano l'infanzia, fino all'adolescenza dei nostri tempi." Ma proprio così, i tempi stavano cambiando, non come accade nei film, plot twist improvviso ed effetti speciali che ti incollano allo schermo con quello sguardo ebete sul viso. Vero cambiamento, come quello che puoi avvertire dal vento che sfiora la tua pelle rabbrividendoti, dandoti sensazioni d'incertezza. I tempi stavano per cambiare e nessuno vi era pronto, ma tutto accadde così in fretta, e questa fu la nostra scusa, o almeno ciò che ci siamo ripetuti fino adesso. Era una notte di quelle notti d'estate dove il vento soffia forte contro prua, ma senza vigore la pioggia cade sulla seta senza immaginare altra ombra che la stessa propria dell'acqua sul lago di Massimia. Eravamo solo io, Beppo, Magnolia, Secila, Cosmatio, Reganolo, Mastedien, Raccos, Vivianeh e Monopoli, ce ne stavamo seduti sulla sella di una graziella rubata qualche portico addietro, grazie alla mano lesta di Raccos, ed il suo sconsiderato animo. Dalla finestra sarebbero potuti affacciarsi e scoprirci, se non fosse che finestra a quel muro non vi era. Facile no? Le lacrime estive stavano cominciando ad annoiare il cotone delle nostre maglie, sentendole pesanti sulle nostre spalle, così decidemmo di ripararci sotto quel gabezzo dove passavamo intere mattine quando il sole spendleva alto senza alcun timore di essere scoperto dal timoniere Alfredo. Fine prima parte, a 5 voti carico la seconda. -F