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Intersteno competition text 2009 IT

created May 10th 2017, 13:33 by JRVidal


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Una delle principali realizzazioni dell'Unione europea è stata la creazione di un vasto spazio senza frontiere, all'interno del quale i cittadini sono liberi di circolare senza essere soggetti a controlli alle frontiere. I cittadini europei sono liberi di scegliere in quale paese dell'Unione europea stabilirsi e lavorare. Perché sia possibile godere appieno di queste libertà, l'Unione europea deve gestire efficacemente le sue frontiere esterne. Le sue autorità giudiziarie e le sue forze di polizia devono inoltre operare in stretta collaborazione per assicurare che, in qualsiasi paese dell'Unione europea, i cittadini europei godano della stessa protezione dalla criminalità, abbiano lo stesso accesso alla giustizia e possano esercitare pienamente i loro diritti. L'Unione europea sta sviluppando una politica più coordinata in materia di asilo e immigrazione affinché i richiedenti asilo siano trattati equamente e gli immigrati che risiedono legalmente nell'Unione europea siano integrati nelle società europee. Sono inoltre in via di adozione iniziative volte ad impedire gli abusi e combattere l'immigrazione clandestina. Del resto, in un mondo globalizzato, è fondamentale che i paesi dell'Unione europea collaborino efficacemente per combattere la criminalità e il terrorismo. Tutto ciò garantirà che l'Unione europea sia effettivamente uno spazio unico di libertà, sicurezza e giustizia per tutti. Tra i vantaggi apportati dall'Unione europea ai suoi cittadini vi è il diritto di circolare liberamente all'interno del suo territorio e di stabilirsi e lavorare nel paese dell'Unione europea di loro scelta. Tuttavia, per sfruttare pienamente questi vantaggi, i cittadini devono sapere di poter vivere la loro vita quotidiana e svolgere la loro attività in condizioni di sicurezza, al riparo dalla criminalità e beneficiando delle stesse condizioni di accesso alla giustizia, indipendentemente dal paese dell'Unione europea nel quale si trovano. Questo problema era già stato riconosciuto nel trattato di Maastricht (1992), ma è nell'ottobre 1999, nel corso di un vertice europeo speciale a Tampere (Finlandia), che i leader dell'Unione europea hanno cominciato ad affrontarlo. Essi hanno raggiunto un accordo su una serie di misure specifiche volte a far diventare l'Unione europea uno "spazio unico di libertà, sicurezza e giustizia". In pratica si tratta di garantire i diritti fondamentali dei cittadini europei e di assicurare un trattamento equo ai cittadini che non appartengono all'Unione europea, ma che vi risiedono legalmente. Questo comporta inoltre la necessità di coordinare le politiche in materia di asilo e immigrazione, di rilascio dei visti e di controllo delle frontiere esterne dell'Unione europea. In pratica, si rende necessaria una stretta collaborazione tra le forze di polizia, le autorità doganali e di controllo dell'immigrazione e i tribunali dei vari Stati membri. Libertà e giustizia sono valori particolarmente importanti per gli europei e costituiscono le fondamenta dell'Unione europea. Gli Stati membri si sono fermamente impegnati al rispetto della democrazia, dei diritti umani e del principio di legalità. Libertà e giustizia assumono tuttavia un valore concreto solo in un contesto di sicurezza. Per tale ragione i governi dei paesi dell'Unione europea sono ora determinati a garantire libertà, sicurezza e giustizia per tutti all'interno dell'Unione europea. La libertà non si riferisce esclusivamente alla mobilità personale, ma anche al riconoscimento di determinati diritti fondamentali, come il diritto alla sicurezza, l'uguaglianza davanti alla legge, la libertà di pensiero, di espressione e di informazione, il diritto a una buona amministrazione e il diritto al risarcimento da parte delle istituzioni europee dei danni eventuali cagionati ad una persona. Questi diritti sono riconosciuti a tutti coloro che risiedono legalmente nell'Unione europea, siano o no cittadini europei. La Carta dei diritti fondamentali, adottata nel 2000, elenca con chiarezza e in un unico documento i diritti personali, civili, politici, economici e sociali di cui gode la popolazione dell'Unione europea. La Carta dovrà essere incorporata nella nuova Costituzione dell'Unione europea e costituirà il quadro di riferimento giuridico in base al quale saranno valutati e garantiti i diritti individuali. I paesi che intendono entrare a far parte dell'Unione europea devono anch'essi impegnarsi a garantire livelli altrettanto elevati di tutela dei diritti umani e fondamentali. Si tratta addirittura di uno dei criteri che essi devono soddisfare prima ancora di poter avviare i negoziati in vista dell'adesione. Inoltre, in caso di violazione grave e ripetuta da parte di uno Stato membro di tali diritti, o nell'eventualità che ciò accada, possono essere adottate sanzioni nei confronti dello Stato membro in questione. Potrebbe ad esempio essere decisa la sospensione del diritto di voto di quello Stato a tutte le riunioni dell'Unione europea, privandolo così della possibilità di avere voce in capitolo nella definizione delle politiche e nell'approvazione delle proposte legislative dell'Unione europea, tale Stato sarebbe inoltre privato dell'accesso ai fondi comunitari. Finora, l'Unione europea non ha mai adottato una simile misura. A partire dal maggio 2004, l'Unione europea accoglie dei nuovi Stati membri: Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria. Nel corso della loro storia recente, molti di questi paesi hanno dovuto condurre una dura lotta per la libertà, la sicurezza e la giustizia e sono tutti profondamente legati a questi importanti principi. In qualità di Stati membri dell'Unione europea, essi applicano la legislazione comunitaria in materia di "giustizia e affari interni". Tale legislazione si basa sui principi fondamentali del rispetto dei diritti umani, della trasparenza e della buona amministrazione. I nuovi Stati membri condividono inoltre gli obiettivi comuni, come il riconoscimento reciproco delle decisioni giudiziarie, politiche comuni in materia di asilo e immigrazione e il miglioramento della cooperazione di polizia e giudiziaria. La fiducia nel sistema giudiziario, nelle forze di polizia e nelle guardie di frontiera dei nuovi Stati membri ne risulta rafforzata, sia tra i loro stessi cittadini, sia tra quelli degli altri paesi dell'Unione europea. La cittadinanza dell'Unione europea non sostituisce, ma integra, la cittadinanza nazionale. In altre parole, il fatto di essere cittadino europeo conferisce ulteriori diritti e comporta ulteriori responsabilità. Potete, ad esempio, votare o presentarvi come candidati alle elezioni del Parlamento europeo nel paese dell'Unione europea in cui siete residenti, indipendentemente dal fatto che sia o no il vostro paese natale. La cittadinanza europea vi inoltre il diritto di circolare liberamente all'interno dell'Unione europea (a condizione che siate muniti di un passaporto o di una carta d'identità) e di stabilirvi in qualunque paese vogliate all'interno del suo territorio. Al giorno d'oggi, circa cinque milioni di persone si sono avvalse di questo diritto e sono andate a vivere in un altro paese dell'Unione europea, per non parlare dei milioni di persone che lavorano ogni giorno in un paese confinante o che effettuano una parte degli studi all'estero. La cittadinanza comporta anche delle responsabilità: se i cittadini europei intendono vivere in un altro paese dell'Unione europea, devono disporre di un'assicurazione malattia e dimostrare di avere un lavoro o risorse sufficienti per non gravare sul sistema di sicurezza sociale del loro nuovo paese. Ancora oggi si verifica purtroppo qualche problema e ci si trova talvolta alle prese con procedure amministrative piuttosto lunghe per ottenere i documenti di residenza o il riconoscimento dei diritti per i membri della famiglia, in particolare quando questi ultimi non sono cittadini dell'Unione europea. Per superare queste difficoltà, la Commissione europea ha presentato dei progetti destinati a semplificare e ad aggiornare la normativa vigente, al fine di agevolare il trasferimento dei cittadini europei e dei membri delle loro famiglie in un altro paese dell'Unione europea. La libera circolazione è sancita dai trattati dell'Unione europea, ma è diventata una realtà di fatto solo dopo la creazione dello "spazio Schengen". Questo spazio senza frontiere prende il nome dalla città lussemburghese nella quale è stato firmato l'accordo iniziale. Ne sono attualmente esclusi il Regno Unito, l'Irlanda e i nuovi Stati membri, sebbene ne facciano parte la Norvegia e l'Islanda, due paesi che non sono membri dell'Unione europea. La convenzione di Schengen è ora parte integrante dei trattati dell'Unione europea. All'interno dello spazio Schengen, coloro che sono residenti nell'Unione europea e i visitatori provenienti da paesi terzi sono liberi di spostarsi ovunque vogliano, senza essere soggetti a controlli sistematici del passaporto. Tuttavia, è sempre possibile essere invitati a dimostrare la propria identità e gli Stati membri conservano il diritto di reintrodurre i controlli alle frontiere per un periodo limitato, in circostanze eccezionali. L'abolizione dei controlli alle frontiere interne agevola la libera circolazione in Europa dei cittadini rispettosi della legge. La stessa cosa vale purtroppo per criminali e terroristi. Per questo motivo, la convenzione di Schengen ha introdotto altre misure, come la cooperazione tra le forze di polizia e le autorità giudiziarie nazionali nella lotta contro la criminalità. Per la stessa ragione, gli Stati membri hanno una responsabilità ancora maggiore per quanto riguarda il controllo delle loro frontiere esterne.  

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